Quando si prende un cane di solito c’è molta aspettativa. Ciascuno di noi vaga con la mente immaginandosi come sarà, tuttavia quando il nuovo compagno di vita arriva, bisogna fare i conti con la realtà o, meglio, con un essere vivente sconosciuto, appartenente ad un’altra specie, con il quale dobbiamo saper opportunamente comunicare. Può anche capitare, inizialmente, di sentirsi invasi nei propri spazi oppure persino inadeguati. E’ tutto normale, specialmente se si tratta del primo cane in assoluto.
Vediamo quali sono le due casistiche principali, sempre tenendo a mente che ogni razza ha le sue peculiarità, così come ogni soggetto.
Arriva un cucciolo, tenero, bello, dolcissimo che chiede solo coccole e affetto. Noi, presi dal sentimento e dal desiderio di cura, gli dedichiamo tutte le nostre attenzioni, più ne chiede, più ne diamo e gli lasciamo fare quello che vuole, è così carino! Se ci sono già altri cani adulti in casa, magari li trascuriamo involontariamente e se danno qualche ringhiata al nuovo arrivato, li sgridiamo. Questa non è la strada migliore da percorrere.
Il cucciolo è come un contenitore vuoto da riempire, non ha informazioni o abitudini pregresse (salvo quelle fondamentali apprese dalla mamma e dal resto della cucciolata), conseguentemente ogni buona regola che gli insegniamo viene appresa facilmente. Allo stesso modo però, ogni regola che non diamo, pone le basi per un apprendimento autonomo che può produrre, nel tempo, cattive abitudini, più difficili da scardinare successivamente. A qualcuno la parola “regola” (“Modo di svolgersi ordinato e costante […]” fonte Dizionario Treccani on-line) può sembrare in antitesi alla figura del cane, vissuto più come simbolo di libertà e di distacco da tutti i vincoli che la vita impone, ma per il cane le regole sono fondamentali poiché gli forniscono indicazioni per affrontare l’esistenza assieme a noi ed in contesti, specie quello urbano, abbastanza complessi. Naturalmente quando parliamo di regole con rifermento ad un cucciolo, non pensiamo a sessioni di educazione più lunghe di qualche minuto, né di pretendere che le sue risposte siano immediate, considerato che la consapevolezza di sé avrà ancora bisogno di tempo per svilupparsi; pensiamo piuttosto ad evidenziare con un premio o un “bravo” le cose positive che spontaneamente fa e a fargli capire cosa significa il “no”. Una corsa verso di noi quando lo chiamiamo andrà subito premiata, come un seduto davanti alla pappa e via così. Se abbiamo già un altro cane equilibrato ed ubbidiente, anziché escluderlo sarebbe opportuno coinvolgerlo: i cuccioli apprendono moltissimo osservando i cani adulti del branco. Pochi messaggi, ma chiari, costanti e coerenti da parte di tutti i membri della famiglia sin dall’arrivo del piccolo quattrozampe, pongono le basi per una convivenza serena e lo predispongono ad ascoltare le nostre richieste future.
La seconda casistica riguarda l’arrivo di un cane adulto, adottato da un canile o da un rescue o per cessione tra proprietari. Si tratta, a differenza del cucciolo, di un animale che ha già vissuto delle esperienze, positive o negative, e che quindi ha un bagaglio personale con il quale bisogna confrontarsi. Diciamo che il contenitore vuoto del cucciolo, qui è già abbastanza o del tutto pieno. Non dobbiamo però farci intimidire da questo presupposto, né pensare che, siccome il nuovo cane viene da una situazione difficile, le regole siano inutili o ulteriormente gravose. È esattamente il contrario. Con sensibilità, gradualità e costanza, talora con qualche compromesso temporaneo, bisognerà instradare il nuovo compagno di vita verso quelle che sono le abitudini della nostra gestione quotidiana. Man mano che comprenderà le nostre indicazioni, non solo si sentirà più sicuro, ma anche diventeremo il suo punto di riferimento. Diversamente deciderà lui/lei come ambientarsi, a volte non senza ansia o problemi comportamentali. Ricordiamoci che i cani sono animali con una capacità adattiva molto alta, pertanto persino l’adulto, in un ambiente mai vissuto prima, ha la predisposizione e le capacità di adeguarsi, l’importante è indicargli la direzione giusta.
In entrambi i casi, qualora non ci si senta in grado di impostare correttamente la relazione o insorgano problemi, è importante non lasciare trascorrere troppo tempo prima di rivolgersi ad un educatore cinofilo professionista (controllare la formazione e le referenze è d’obbligo) così da correggere il tiro e finalmente godersi la vita con il proprio cane.