Si trovano pochissime informazioni relativamente alla “voce” del cane. Se ne parla come strumento comunicativo. Certo, il cane che abbaia intende comunicare qualcosa e questo qualcosa è con ogni probabilità legato ad un’emozione (generata da uno stimolo in una data situazione).
Di solito, poi, abbaiando il cane ottiene una reazione (ad es. l’allontanamento di uno sconosciuto dal cancello oppure attenzioni dal proprietario, per fare un esempio) e in questa reazione trova un rinforzo che lo porterà ad abbaiare di nuovo in situazioni analoghe e per ottenere la stessa risposta.
Molti tipi di vocalizzazioni canine (anche se non tutte e non sempre) sono comprensibili alla generalità degli esseri umani: non ci è infatti difficile capire se un cane abbaia per difendere il suo territorio oppure se guaisce perché sta soffrendo o per richiamare la nostra attenzione su qualcosa. Questa comprensione, peraltro, è agevolata dal fatto che siamo accomunati, noi e i cani, da un numero (ristretto, ma significativo) di stati d’animo molto simili. Tristezza, gioia, dolore, ansia.. sono reciprocamente riconoscibili.
Altro fattore da tenere in considerazione è la genetica: alcune razze sono più propense ad abbaiare di altre. Su questo non ci piove, ma la scienza poco ci dice in merito. Ulteriore dato conoscitivo: i cani che vivono assieme all’uomo vocalizzano molto di più dei cani inselvatichiti. I lupi adulti praticamente non abbaiano.
I Segugi hanno un’ampia gamma di vocalizzazioni “naturali” nella quotidianità, alcuni quasi sembra vogliano parlare, e 4 vocalizzazioni “selezionate” in fase di lavoro (per l’accostamento, lo scovo, l’abbaio a fermo e la seguita).
La voce del Segugio è dunque oggetto di selezione (forse è una delle parti più complesse della selezione), e ritengo si tratti di una selezione piuttosto spinta, nel senso che, a mio parere, il Segugio non scagna e/o abbaia a fermo utilizzando le vocalizzazioni naturali (che lo accomunano a tutti gli altri cani) per renderci partecipi di ciò che fa, ma vocalizza in fase di lavoro in quel modo specifico perché noi, tramite la selezione e la genetica, abbiamo fissato quella diversa modalità espressiva, partendo ovviamente dalla natura, ma modificandola significativamente; non riceve infatti alcun rinforzo immediato eppure si perpetua.
Modalità espressiva però che può variare, rafforzarsi, affievolirsi – fino a non manifestarsi affatto – per tutta una serie di ragioni legate alle esperienze, al carattere, alla relazione con il conduttore e alle circostanze, di nuovo, in una parola, alle emozioni.
Sono temi molto complessi e vasti su cui la scienza potrebbe indagare, ma pur in assenza di dati certi, ritengo plausibile affermare che i Segugi siano dotati della capacità di usare due lingue diverse: una naturale capacità di vocalizzare comune a tutti gli altri cani e una specifica gamma di vocalizzazioni “tecniche” legate esclusivamente alle fasi di lavoro sul selvatico.
A chi vede nel Segugio solo un cane che abbaia e disturba la quiete dei boschi rispondo che il Segugio è un fine capolavoro di selezione.